In Benin ad Ouidah il 10 gennaio celebrazioni vudù, religione tradizionale del litorale del golfo di Guinea

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Ogni anno, il 10 gennaio, il Benin si ferma e celebra i culti ancestrali che fondano le varie forme di religione tradizionale praticate nel paese.
In particolare, il 10 gennaio tutti gli adepti vudù del sud del paese si danno appuntamento a Ouidah.
Una lunga processione di adepti, chi a piedi, chi in moto, chi in taxi, si reca alla Porta del Non Ritorno, che si trova in riva all'oceano in ricordo degli schiavi deportati. A migliaia si danno appuntamento nelle tenute rituali, in cui dominano il bianco dei pagne e le perline multicolore.
La festa esplode con l’arrivo del Dagbo Houno, il sommo feticheur di Ouidah. Danze, libazioni, maschere (qualche discorso ufficiale) cadenzano la mattinata.
La prima parte della festa si conclude verso le 15h00, per poi continuare in città.
La gente non si stanca di inneggiare ai propri vudù.
In particolare, si raduna in un grande piazza dove si danno appuntamento le maschere Egun. A decine, queste maschere arrivano per danzare, scacciare cattivi spiriti e lanciarsi sulla calca per una “corrida” in cui si rappresentano maschere e costumi talvolta impressionanti e si balla in modo spesso ossessivo al ritmo delle percussioni e di altri strumenti.
La sera, la folla ad Ouidah, esausta, ma non ancora completamente soddisfatta, continua la sua festa, questa volta nell’intimo dei cortili.
In attesa di ritrovarsi fra un anno e rinvigorire la propria fede nei vudù.


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