Comunicato stampa del 19 novembre 2002

CONVEGNO NATs A MILANO: LA PRIMA VOLTA IN EUROPA

Contro lo sfruttamento: una luce sulla complessa realtà del lavoro minorile

Dal 25 al 29 novembre si riuniscono a Milano le delegazioni latino americana, asiatica e africana dei movimenti di bambini lavoratori NATs ("Niñas, niños, y Adolescentes Trabajadores": Bambine, bambini e adolescenti lavoratori). I lavori delle tre delegazioni continentali vengono ospitati a Milano per iniziativa di Italianats e Pronats, due organizzazioni rispettivamente italiana e tedesca, aventi come scopo il sostegno dei movimenti creati autonomamente dai bambini nei loro paesi d'origine e la trattazione di problematiche collegate al lavoro minorile. Non è la prima volta che i piccoli lavoratori si confrontano in incontri intercontinentali, è però la prima volta in Europa: vi è, infatti, la necessità che nell'occidente industrializzato si diffonda una maggiore conoscenza di questi movimenti. È una straordinaria opportunità per i diretti interessati di portare la propria testimonianza e per noi di comprendere meglio la loro realtà per tenerne conto nell'ambito di decisioni internazionali.
Su questa linea si è svolta, lo scorso 17 ottobre, un'udienza parlamentare di Italianats presso la Commissione Bicamerale per l'Infanzia, da cui è scaturita la necessità di delineare delle regole sul lavoro minorile e in cui sono state poste le basi per un riconoscimento formale dell'attività di Italianats. All'udienza ha partecipato anche Tania Edith Pariona Tarqui, delegata peruviana dei movimenti dei bambini sudamericani, che ha sottolineato l'efficacia di una metodologia educativa che ponga in primo piano il protagonismo del minore come soggetto attivo nella società. Significativamente i movimenti dei NATs stanno attirando l'attenzione di sociologi e pedagoghi di tutto il mondo, perché in essi si riconosce un modello organizzativo innovativo e un approccio pedagogico nuovo e pieno di potenzialità.

Il lavoro minorile è una realtà diffusa nel pianeta e non bastano buoni propositi per abolirlo in tempi brevi. Anche se lo scopo finale rimane quello di impegnarsi perché non ve ne sia più bisogno, i bambini stessi hanno cominciato da tempo ad accorgersi che, attualmente, condannare il lavoro minorile può portare a risultati paradossali, cioè che esso non venga eliminato bensì svolto in condizioni di sfruttamento, di illegalità e senza protezioni giuridiche. Inoltre non è pensabile abolirlo quando è necessario per la sussistenza della famiglia o costituisce l'unico modo che il bambino ha per procurarsi le risorse per andare a scuola, quando altri non possono provvedere per lui. Per questo i bambini si sono organizzati in un movimento: per far sentire la propria voce, tutelare i propri diritti, "organizzarsi"; hanno fondato delle piccole cooperative in cui possono aiutarsi a vicenda e condividere gli stessi problemi e creato dei veri e propri movimenti collegati a livello intercontinentale, per capire meglio ciò che stanno vivendo e per poterlo comunicare al resto del mondo.
I piccoli lavoratori chiedono venga riconosciuto che il lavoro, se rispettoso della dignità della persona ed adeguato all'età, li aiuta ad essere protagonisti della loro crescita e della loro vita. Pertanto domandano formazione professionale, salari adeguati e ambienti di lavoro sani, ma allo stesso tempo rivendicano il diritto di avere un giusto spazio da dedicare all'istruzione e al gioco e fanno una chiara distinzione tra lavoro dignitoso e sfruttamento, schiavitù, spaccio, prostituzione e arruolamento militare.

L'occasione che si presenta a Milano consentirà ai bambini di confrontarsi con problematiche simili alle proprie ma anche con quelle provenienti da altre culture e continenti, e ci offrirˆ la possibilità di dare spazio ai protagonisti di un delicato problema del nostro tempo.

Ufficio stampa di ITALIANATs, 19 novembre 2002

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