Comunicato stampa de 10 giugno 2006

Nella Giornata contro il Lavoro Minorile ITALIANATs richiama ad un confronto positivo

Il 12 giugno 2006 sarà celebrata la V Giornata Mondiale contro lo sfruttamentodel lavoro minorile, iniziativa indetta dall´Organizzazione Internazionale del Lavoro (OIL), per mantenere viva l'attenzione dell'opinione pubblica su questo tema e sollecitare avvenimenti e manifestazioni in tutti i paesi del mondo. Il programma della Giornata di quest'anno prevede, tra l’altro, una partita di calcio fra gli scolari della Scuola Internazionale di Ginevra e del Movimento Scout, alla presenza dei campioni che simbolicamente "tireranno un calcio" contro il lavoro dei bambini. Il lavoro minorile sarà in questa occasione contrassegnato da un "cartellino rosso", simbolo di una condanna senza appello. Sempre in questa giornata si faranno anche conoscere e discutere i risultati del recente rapporto globale dell'OIL "La fine del lavoro minorile: un obiettivo alla nostra portata", da poco pubblicato e che ha costituito il documento di base per la discussione di Ginevra, nella plenaria della Conferenza Internazionale del Lavoro, lo scorso 4 maggio.

Su un tema tanto complesso e dalle mille sfaccettature, rispetto al quale è in atto un ventennale dibattito per nulla risolto e pacificato, Italianats, rete italiana a sostegno dei Movimenti dei Bambini ed adolescenti lavoratori di Africa, America latina e Asia, preoccupata del permanere di messaggi semplificatori (sul fenomeno del lavoro infantile), intende portare il suo modesto contributo alla comprensione della complessità che caratterizza il Lavoro minorile nel mondo.

Non possiamo non riconoscere che, nello sfruttamento del lavoro dei minori, la esasperata logica di una globalizzazione economica sorda ad ogni richiamo etico, ha un ruolo determinante (atteggiamento per altro giustificato dal decalogo neoliberale di cui troppi governi e anche organizzazioni internazionali si fanno strenui difensori) per cui ha significato il “cartellino rosso”.

Ma per le famiglie degli strati popolari che, di fronte al modello economico dominante, elaborano le proprie “risposte silenziose”, facendo partecipare i minori alle necessarie “strategie di sopravvivenza” il cartellino rosso è deleterio.

Fare di ogni erba un fascio è, come sempre, estremamente pericoloso. Prima di tutto occorre dissociare il lavoro minorile da fenomeni criminali come la prostituzione, la schiavitù, il razzismo, la compravendita di esseri umani o delle altre mille forme di inaccettabile criminalità che invece continuano ad essere associate al lavoro infantile.

Inoltre, Italianats ritiene che l’approccio più idoneo al fenomeno dovrebbe partire da un’idea di “lavoro” come un valore, valore, tra l’altro, sul quale la nostra costituzione fonda la stessa Repubblica.

Si deve alzare “il cartellino rosso” contro lo “sfruttamento del lavoro”, infantile o adulto che sia, dal momento che lo sfruttamento riduce l’uomo, indipendentemente dalla sua età, a semplice mezzo e strumento di un profitto illegale e criminale.

Sono loro stessi, bambini ed adolescenti lavoratori organizzati appartenenti ai Movimenti contrari a politiche di abolizione del lavoro infantile (e meno che mai con politiche di astratta ma spesso brutale repressione legislativa e poliziesca), ad essere mobilitati nella lotta contro lo sfruttamento del lavoro infantile.

La differenza consiste che la loro lotta è sempre accompagnata da un concreto e utile impegno per la creazione di opportunità lavorative adeguate, ossia per favorire un lavoro “dignitoso” ai bambini e agli adolescenti che ne hanno bisogno, un lavoro protetto, adeguato anche alle loro necessità di scolarizzazione e ai loro bisogni ludici.

L’approccio dei Movimenti mette in discussione la diffusa convinzione che per risolvere il problema del lavoro minorile servano programmi di cooperazione o qualche modifica legislativa.

In linea con la cultura storica dei sindacati che hanno promosso il protagonismo dei lavoratori, i Movimenti NATs in America Latina, EJT in Africa francofona, Working Children in Africa anglofoba e Asia propongono il protagonismo dei bambini lavoratori come soggetti in grado di battersi per il miglioramento delle loro condizioni e, a 30 anni dalla nascita di questi Movimenti, le esperienze dimostrano che ciò è possibile.

D’altronde gli stessi contenuti del rapporto OIL non risolvono il contenzioso esistente. Intendiamoci bene: anche Italianats non può che salutare con soddisfazione il fatto che siano diminuite le forme più pericolose e deleterie dell’impiego dei minori. Infatti dalla lettura dei dati risulta che ciò che è diminuito è il “lavoro infantile pericoloso” mentre è aumentato il lavoro infantile che non risulta tale. Infatti il rapporto dice che il numero complessivo di bambini lavoratori era di 246 milioni nel 2000 e passerebbe a 218 nel 2004. Ma i bambini impegnati in lavori pericolosi (fascia 5-17 anni) passa da 171 milioni nel 2000 a 126 milioni nel 2004. Questo significa che i bambini lavoratori che non svolgono mansioni pericolose sono aumentati di 17 milioni.

Questo dato per Italianats dovrebbe far riflettere, in quanto conferma la linea e la strategia dei Movimenti, che lottano contro le forme di sfruttamento del lavoro infantile ma operano per la affermazione e parallela creazione di forme di lavoro degno, contrari come sono ad una indiscriminata repressione di ogni forma di lavoro infantile.

Un punto che andrebbe chiarito e di cui ci si dovrebbe occupare è dove finiscano i bambini che smettono di lavorare: a scuola, liberi dalla povertà, in condizione di ritrovata infanzia o finiscono nel giro della delinquenza e della prostituzione? Quanti di loro sono entrati nel mondo senza limiti del lavoro sommerso, nascosto, invisibile, senza più nessuna forma di tutela o difesa possibile? Quanti di loro sono semplicemente diventati dei bambini “disoccupati”, più poveri e disperati di prima? Insomma, qual’è stata l’alternativa che si è loro presentata?

Italianats ritiene indispensabile che si apra un terreno di confronto sui sempre più diffusi e significativi fenomeni di organizzazione di movimenti di bambini e adolescenti lavoratori (che nel Rapporto vengono riconosciuti e citati nel capitolo relativo alla partecipazione) in quanto portatori non solo di un messaggio nuovo e diverso, ma anche di buone pratiche. Si tratta di attori che reclamano il diritto ad essere riconosciuti e presi in considerazione come l’emergenza di una nuova soggettività capace di esprimere un protagonismo propositivo.

Italianats vuole operare affinché le Organizzazioni Sindacali, che rappresentano nel mondo l’espressione più avanzata di rappresentanza e democrazia sociale, accettino di riaprire un confronto senza pregiudiziali con chi, come i Movimenti dei Bambini ed Adolescenti lavoratori, pratica la valorizzazione critica del lavoro minorile anziché strategie di sradicamento del lavoro infantile.

Come si richiama nel Rapporto Oil, i Movimenti dei Bambini ed Adolescenti lavoratori hanno dato vita, dal 1996, a diversi Meeting internazionali, l’ultimo dei quali si è svolto a Berlino nel 2004. Quest’anno ad ottobre si terrà in Italia il 3° meeting mondiale e Italianats si augura che sia l’occasione per aprire un confronto positivo ed utile alla causa dei Bambini che nel mondo continuano e continueranno a lavorare.

Aldo Prestipino

Presidente di ITALIANATs

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