La missione in argentina aveva 3 obiettivi:
1)stabilire una relazione preferenziale con una Ong che permettesse
ad Asoc di avere un recapito a Buenos Aires e un referente sul posto,
anche nella prospettiva di invio di volontari.
2) Incontrare i referenti dei 5 municipi, 5 Ospedali e 5 Comitati degli
utenti e delle responsabili del Ministero per lo Sviluppo umano della
Provincia di Buenos Aires che hanno coordinato il progetto Medicinali
in Argentina, per fare il punto della situazione e valutare le possibili
prospettive.
3) Rispondere all’invito della Commissione direttiva del Club
Social de la “Victoria” nel Comune di Pila dove il 22 di
gennaio si celebrava il 1° anniversario dalla inaugurazione del
Club ricostruito grazie anche al nostro sostegno.
1) Il primo incontro con la Ong GPeS
di Buenos Aires è avvenuto presso la sede, con il Vice Presidente
Roberto Bensi nostro caro amico da diversi anni, con il quale abbiamo
collaborato anche quando ancora viveva in Italia all’avvio di
Banca Etica, in quanto al tempo Roberto assieme a sua moglie Maripi
coordinavano il marketing e la raccolta delle quote sociali per la Banca.
A questo incontro, dove si è parlato soprattutto di infanzia
lavoratrice e turismo responsabile, ne sono seguiti altri. Roberto ci
ha messo in contatto con altre persone ed istituzioni in modo da poter
verificare le possibilità di collaborazione. Nell’ultimo
incontro abbiamo deciso di stendere una bozza di convenzione tra GPeS
e ASoC che è ora al vaglio delle rispettive organizzazioni.
Con Martin, uno dei contatti offertici da Roberto, siamo andati a conoscere
una storica e meritevole istituzione che si occupa di infanzia in Argentina:
“Pelota de Trapo” che ha sede a Avellaneda nella cintura
di Buenos Aires. Avellaneda fino alla fine degli anni ’70 immenso
quartiere operaio industriale ora è il fantasma di se stesso,
pieno di capannoni vuoti e di disoccupati che fanno i pendolari verso
altre zone alla ricerca di lavoro. Lì ha sede Pelota de Trapo,
Alberto Morlachetti, autorevole guida dell’organizzazione con
il quale abbiamo potuto stabilire una relazione molto positiva, è
circondato da un gruppo straordinario di collaboratori e volontari,
con in quali abbiamo avuto modo di discutere approfonditamente sia del
loro lavoro che della situazione in Argentina.
I dati che rimbalzano dall’Argentina sui giornali di tutto il
mondo indicano che la sua economia ha da tre anni tassi di incremento
del Pil superiori al 9%, e che finalmente il Paese ha un Governo solido
sostenuto dal consenso popolare. Se tutto questo è vero, dall’interno
le cose non sono così rosee, il tasso di sviluppo economico argentino
è dato sostanzialmente da pochi fattori i principali che sono:
la esportazione del bestiame la cui carne è richiestissima, l’agricoltura
da esportazione: l’Argentina è il secondo produttore di
soya (totalmente transgenica) del mondo, e ai primi posti per il mais
(anch’esso transgenico) inoltre molte delle imprese esistenti,
grazie alla politica dei Governi precedenti sono ora in mano per la
maggior parte a multinazionali straniere. Risultato: la stragrande maggioranza
dei proventi della carne, della soya e del mais sono in mano ad un ristretto
gruppo di possidenti ed esportatori, i proventi della stragrande parte
delle restanti risorse argentine sono in mano alle multinazionali estere;
Le banche straniere che nel 2002 furono al centro della protesta popolare
ora sono tornate a fare profitti enormi offrendo ai capitali in fuga
sicure destinazioni; dunque la distribuzione della ricchezza prodotta
non raggiunge la gran parte dei ceti popolari.
Questa è la questione all’ordine del giorno in Argentina,
le stesse madri di Plaza di Mayo che giovedì 26 gennaio 2006
hanno organizzato la ultima marcia (la prima fu intrapresa quasi 30
anni fa), dopo che per 1500 giovedì la stessa marcia si è
ripetuta nella Piazza centrale di Buenos Aires, per chiedere il rispetto
dei diritti civili, la ricerca dei famigliari desaparecidos e la persecuzione
dei colpevoli delle atrocità della dittatura argentina; nella
dichiarazione finale, sotto una piramide posta al centro alla Piazza
con le foto di migliaia di desaparecidos, Hebe de Bonafini, una delle
madri fondatrici del movimento, ha detto tra l’altro: “E’
l’ultima marcia della Resistenza perché siamo vecchie ormai,
ma anche e soprattutto perché oggi non abbiamo più un
nemico alla Presidenza della Repubblica, anzi stiamo vivendo un momento
storico in America latina e nel nostro Paese, comunque anche senza marcia
continueremo il nostro impegno, ad iniziare dal chiedere al Governo
che intervenga per una equa redistribuzione della ricchezza e che ponga
attenzione alla fame dei bambini”
La carne che è il cibo prediletto degli argentini nell’ultimo
anno al consumo è cresciuta di prezzo di oltre il 40%, ma anche
il latte e gli altri generi sono cresciuti moltissimo e mentre i soliti
organi di stampa plaudono ai dati del PIL, gli amici di Pelota di Trapo,
che hanno una agenzia di informazione autonoma, parlano di un Paese
dove i bambini in condizione di povertà sono il 75% del totale.
Uno dei manifesti che Pelota de Trapo sta in queste settimane affiggendo
in ogni angolo della città (ne abbiamo portato a casa uno) dice:”la
fame è un crimine diciamo basta!” e che sia così
si vede davvero, forse meno nella capitale, ma appena fuori si vede
la gente che fa fatica a mettere sul tavolo un pasto decente per l’intera
famiglia. Sono tantissimi che si rivolgono ai Comedores populares (mense
popolari); è cosa di tutti i giorni vedere madri con un bambino
in braccio suonare il campanello delle case per chiedere del latte o
del pane.
Naturalmente c’è una Argentina che sta meglio, le spiagge
sono piene di turisti, gli alberghi, le discoteche sono frequentatissime,
ora che il Peso argentino vale meno di un terzo di 4 anni fa, i turisti
stranieri sono moltissimi, ma paradossalmente questo fatto positivo
marca ancora di più la esistenza di squilibri drammatici nella
distribuzione della ricchezza; il fenomeno dei cartoneros (famiglie
intere che raccolgono dalla spazzatura tutto quello che c’è
da riutilizzare per rivenderlo, o non di rado per mangiare) nella capitale
ha assunto dimensioni impensabili solo pochi anni fa.
Il Governo sta incontrando le varie associazioni di categoria con lo
sforzo dichiarato di far abbassare i prezzi al consumo, ma finora non
si sono visti risultati degni di nota. I prezzi continuano a salire
mentre pensioni, salari e sussidi restano fermi.
2) Il 17 di gennaio 2006 presso il
Comune di Castelli a circa 200 Km da Buenos Aires abbiamo avuto un incontro
con i sindaci e i responsabili degli ospedali e le associazioni degli
utenti, dei 5 municipi (Chascomus, Gen. Belgrano, Pila, Ranchos, Castelli)
con i quali abbiamo in corso il progetto di sviluppo della rete sanitaria.
La attenzione e la partecipazione che ci siamo trovati di fronte è
stata molto forte e noi che eravamo lì soprattutto per ascoltare
abbiamo potuto capire quanto è stato importante l’appoggio
fornito loro, e quanta strada si è fatta grazie all’impegno
e lo slancio di tutti.
Il centro della discussione verteva sulla richiesta di attrezzature
e macchinari avanzata dagli ospedali. Ci hanno spiegato che mancano
di quasi tutto: dalle incubatrici, ai letti ad assetto variabile, fino
agli apparati per le diverse specialità. Le poche strumentazioni
disponibili sono attualmente super sfruttate, con lunghe liste di attesa
da parte degli utenti.
Abbiamo cercato di capire cosa ne pensassero dell’idea di effettuare
una ricerca sul mercato degli apparecchi usati (ma in ottimo stato)
in Italia, per tentare di assicurare il maggior numero di risposte alle
loro richieste, la loro risposta unanime è che per loro sarebbe
veramente straordinario se ciò fosse possibile. Per ciò
abbiamo chiesto di fornirci una lista completa del loro fabbisogno,
chiarendo che sicuramente non saremo in grado di soddisfare tutte le
loro richieste, ma che cercheremo di fare il possibile.
La situazione negli ospedali è effettivamente difficile in un
territorio dove, le grandi distanze invece, richiederebbero presidi
sanitari attrezzati in grado di garantire una assistenza adeguata agli
utenti.
Ci siamo lasciati dunque con l’accordo che appena trasmessoci
l’elenco di quanto necessario, noi inizieremo una campagna di
acquisizione di apparati e strumentazioni per ospedali, con l’impegno
entro l’anno di spedirli alla Rete Ospedaliera dei 5 Comuni.
3) Pila Club Deportivo De la Victoria
domenica 22 gennaio siamo stati a Pila dove la Commission de el Club
Deportivo del Victoria ci ha invitati alla fiesta criolla di campo in
occasione del 1° anniversario dalla inaugurazione del Club.
Il tempo era bellissimo, sole con una temperatura attorno ai 29 gradi.
Considerando che il Centro si trova a 70 km dal primo centro abitato
e che si arriva per strade di terra battuta il tempo era importante;
C’era tanta gente: 600 persone presenti, una cosa straordinaria.
La festa è iniziata alle 9 del mattino rodeo con monta di manzi,
di cavalli selvaggi , presa al laccio di cavalli non addomesticati,
e diverse gare a cavallo, dove chiunque si poteva iscrivere, e così
è continuata tutto il giorno con la consegna di premi ai migliori.
Tutto attorno il tifo degli spettatori, su di un palco uno spiker, pieno
di humor e competenza, non smetteva un minuto di incitare, attraverso
gli altoparlanti, i concorrenti e richiamare l'attenzione sulle imprese
di ognuno. E' incredibile cosa sa fare a cavallo questa gente, bambini
di 5-6 anni stanno a cavallo come io sto in bicicletta. Le ragazze uguale.
I cavalli erano di razze ed aspetto diverso, ma tutti bellissimi. I
Gauchos pelle bruciata dal sole, con mani coperte di calli quando saltano
sul cavallo sembrano trasformarsi per leggerezza, dominano il cavallo
al millimetro e gli fanno fare qualsiasi cosa, i cavalli sembrano sentirsi
onorati da avere un padrone come quello che hanno.
Alle 14 ci siamo seduti a tavola Carne naturalmente, ma che carne, buonissima
una manteca (tradotto: Burro) e poi insalata verde e pomodori vino o
birra e dolce, il tutto preparato con il lavoro volontario.
La festa che si teneva in un campo a fianco del Centro Sociale e' ripresa
alle 15 fino alle 20. E’ da vedere come sono vestiti i gauchos
nei giorni di festa, dagli stivali ai pantaloni dai cinturoni pieni
di borchie e di placche, dai coltelli in foderi d’argento alle
fibbie lavorate, dai fazzoletti al collo ai cappelli o baschi, tutto
sembra uscito da vecchie casse dove di generazione in generazione si
tramandano cose ornate, con placche d'argento, cuoio lavorato e tessuti
colorati. La cosa che non si può non fare quando si saluta uno
di loro , è non fare caso al suo abbigliamento e se gli si dice:”
che magnifico coltello, o che straordinario cinturon” si vede
che ne sono orgogliosi e può capitare che raccontino che se li
sono fatti fare dal migliore argentiere della zona o dalla miglior fabbrica
di cuoio, oppure che li hanno fatti con le proprie mani: lui o suo padre
o suo nonno.
Alle 20 e' iniziato il ballo, dentro, il Club Social. Il Centro e' stato
ulteriormente migliorato rispetto l'anno scorso, e' stato costruito
un bancone bar con sopra un soppalco dove suonano i musicisti. In meno
di un quarto d’ora il salone era pieno di gente, appena i musicisti
hanno iniziato (con una Cumbia), tutti si sono lanciati nel ballo (altro
che necessità di un animatore come da noi). Il salone in breve
era stracolmo di famiglie ma anche di tantissimi giovani che vivendo
normalmente in fattorie isolate, hanno in queste occasioni la possibilità
di incrociare le o i rappresentati dell'altro sesso e fare conoscenze.
Naturalmente c’erano anche tanti bambini che già alle 21
erano in parte stesi tra tavoli, addormentati dopo una giornata intensa
ed emozionante; d’altra parte molti di quelli che erano alla festa
erano partiti prima delle 7 del mattino ed erano rimasti accampati tra
macchine e cavalli, tende e furgoni tutto il giorno.
Dopo i primi balli il Presidente e
la Segretaria del Club Social hanno presentato il risultato dell'attività
2005 (su questo abbiamo portato a casa una quadernino che veniva distribuito
gratuitamente ai presenti)
Anche noi siamo stati invitati sul palco per un saluto, naturalmente
ci sentivamo in dovere di ringraziare per l’invito che ci era
stato fatto, e di fare un plauso ai tantissimi volontari che per settimane
avevano dedicato tutto il loro tempo libero per realizzare una festa
straordinaria.
Così possiamo dire che Asoc
oltre ad essere stato presente il 22 gennaio 2005 alla inaugurazione
del Club Social y Deportivo de La Victoria, è stato presente
anche alla festa 2006 per il primo anniversario della apertura del Club.
Purtroppo alle 22 abbiamo lasciato la festa, tornare a casa per strade
di terra battuta ci sarebbero volute più di due ore, ma al Club
Social y Deportivo de La Victoria i balli sono continuati sino quasi
all’alba.
Rimane da dire che la Commissione direttiva
del Club e' stata rinnovata l'anno scorso, e si sono integrati nuovi
giovani che hanno una grande voglia di fare, attualmente il club ha
130 soci, ma ci sono già trenta nuove richieste di adesione (quota
della tessera 5 pesos). Credo che quanti hanno contribuito e lavorato
a questo progetto possano sentirsi soddisfatti del risultato conseguito,
soprattutto sentendo quante volte ci é stato ripetuto da diversi
membri del Club, quanto fosse importante che sia rinato il Club de la
Victoria e delle intenzioni della Commissione affinché questo
diventi il Club di riferimento i tutti i residenti del distretto.
Questo risultato, occorre dirlo, e' frutto all'apporto di tanti sottoscrittori
di Asoc, al lavoro della Comunità dei "Gauchos", ma
molto è dovuto all'instancabile lavoro sociale di Elsa e Gladis,
le due laureate in lavoro sociale del Ministero Provinciale per lo Sviluppo
umano. Sono loro che hanno coinvolto i primi Gauchos convincendoli che
con il lavoro solidario avrebbero potuto riuscire in questa impresa,
sono loro che hanno protetto il progetto dalle mire di qualche politico
con p minuscola, che hanno coordinato i turni di lavoro, le responsabilità
collettive, sono loro che ora possono terminare il loro impegno avendo
pilotato la Commissione verso un rinnovamento che non sembrava facile,
ma che era necessario se si voleva che soprattutto i più giovani
si sentissero parte di questo progetto.
Febbraio 06 Aldo Prestipino