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documenti

Ottobre 2003

Ricostruzione di una Sede sociale per la Comunità Gaucha di Pila in Argentina


Il progetto, per il quale Asoc ha fornito le risorse per l’acquisto dei materiali (grazie ai numerosi sottoscrittori e ad un contributo della Regione Veneto), è in fase avanzata di realizzazione, a conclusione avremo una dettagliata documentazione a testimonio di quanto realizzato e della importanza della realizzazione.

Intanto riteniamo di estremo interesse far conoscere quanto ci scrive l’Equipe Tecnica Regionale del Ministero della famiglia e dello Sviluppo umano, della Provincia di Buenos Aires facente parte della Commissione posta in essere insieme ai rappresentanti del Club e del Municipio di Pila.

Sviluppo del Progetto:

La opera inizia nel mese di febbraio di quest’anno secondo un modello di Autocostruzione e mutua assistenza. Questo metodo dal punto di vista specifico e di organizzazione sociale fa riferimento ai principi fondamentali che prevedono l’appoggio alle capacità dei settori popolari di costruire il loro proprio destino, attraverso il riconoscimento e la modificazione della propria, concreta realtà.
Questo implica un lavoro caratterizzato di tipo solidale, educativo, partecipativo e di analisi critica permanente durante tutto il decorso del progetto, con il proposito di riconoscere la realtà che si sta vivendo e costruire una visione del mondo che miri allo sviluppo integrale dell’uomo, trasformando le risorse che egli possiede mediante i propri strumenti (le sue mani, la sua testa) con l’obiettivo reale e concreto di migliorare la sua qualità di vita.
La messa in moto della opera implica una organizzazione oraria (per la partecipazione dei membri della Comunità alla costruzione) per la realizzazione nei tempi e negli obiettivi fissati per l’autocostruzione del Centro Sociale e ciò pone la necessità di accordare la organizzazione oraria con le necessità sociali e costruttive.
Le scadenze dell’opera si devono adattare alla Comunità autocostruttrice per evitare ritardi e disguidi o logoramenti non necessari.
Nel corso della opera si sono unificati consensualmente i criteri e le modalità di produzione.
Tutto il progetto è coordinato da un Capo Mastro messo a disposizione dal Municipio, da due impiantisti e due Assistenti sociali appartenenti dal Ministero della Provincia.
Per ogni sezione di lavoro il Capo Mastro organizzava gruppi di appartenenti alla Comunità per formare le squadre di lavoro.
Si sono organizzati percorsi formativi per i distinti compiti , in modo teorico e pratico, dato che per la costruzione in questo sistema non è indispensabile avere già una formazione acquisita, per questa ragione anche le donne possono partecipare all’Autocostruzione, prevedendo una capacitazione nella collocazione dei pavimenti e rivestimenti, avendo così un ruolo maggiormente protagonico in questa parte dell’opera, dove si è potuto constatare che le donne sviluppano eccellenti performance.
Lo stato di avanzamento dell’opera è il seguente: la costruzione muraria è arrivata al tetto, l’intonacatura è al 70%, realizzati i divisori del locale ad uso ufficio di 3 x 4 m., ultimata la realizzazione dei pavimenti grezzi e delle aperture.
Con la seconda parte del finanziamento (da parte di Asoc) si concluderà il controsoffitto, i rivestimenti, le installazione del gas, e le dotazioni per bagni e cucina.
Dato che si tratta di zona rurale con strade in terra battuta, dipenderà da come sarà il tempo, la conclusione dell’opera si prevede per dicembre del corrente anno.

seguono le firme
dott.sse in Lavoro Sociale

Gladys Leguiza

Elsa Bertarini

Documento trasmessoci l’8 di ottobre del 2003


Nota di ASoC: Questo documento è di grande significato, perchè parla non tanto del lavoro materiale di una Comunità, ma di un lavoro sociale scelto ancora prima di iniziare l’opera e implementato strada facendo, con l’unico scopo di far si che questo progetto valorizzi tutti i componenti della Comunità ; che qui da noi una Comunità metta a disposizione del proprio tempo per un obiettivo comune non è raro, ma che nessuno della Comunità sia escluso, si lavori tutti uomini e donne a rotazione (solo se tutti partecipano, tutti poi si sentiranno alla pari e si rafforzerà lo spirito della Comunità) con la Municipalità che mette a disposizione architetto, capomastro e impiantisti e che due Assistenti sociali del Ministero seguano il tutto, perché sia certo che assieme al Centro sociale cresca anche la Comunità, credo che sia cosa più che rara.
Sarebbe interessante sottoporre questo documento ad Assistenti sociali del nostro territorio perché ci aiutassero a valutarlo più approfonditamente.

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