Aeroporto a Vicenza

Il . Inserito in Comunicati stampa

L'Aeroporto di Vicenza ai militari Usa: una offesa alla città e alla dignità nazionale

A Vicenza è insediata dai primi anni '50 la più grande base militare statunitense d'Italia, e da qualche anno c'è un interesse Usa ad insediare un aeroporto militare con migliaia di soldati, cosa che ha trovato il beneplacito dal Governo Berlusconi e dagli Amministratori locali della città.

È allarmante che gli amministratori di Vicenza, come è stato dichiarato, considerino l'insediamento Aeroportuale Usa di una valenza politica superiore ad ogni problema tecnico.

E' certamente un problema che investe direttamente gli abitanti della Zona.

Sono conosciute le problematiche urbanistiche della zona: ci sono abitazioni civili fino a ridosso del perimetro aeroportuale e una strada senza marciapiedi che si congiunge a Viale dal Verme, arteria quest'ultima molto trafficata. Da anni manca una programmazione adeguata della viabilità, che rende difficile la vita dei cittadini residenti. A questo punto riteniamo che l'insediamento della base Usa, con il relativo aumento dei mezzi che percorrerebbero la zona, renderebbe intollerabile la già precaria situazione.

Il nostro territorio è un bene prezioso che occorre valorizzare, attrezzare e sviluppare per i vicentini, non per truppe siano esse europee, americane, russe o cinesi.

Ma è anche un problema che ci investe tutti.

Stiamo parlando di attività militari, di sorvolo a bassa quota, di aerei potenzialmente pericolosi.

L'informazione quotidiana ci permette di conoscere le sfaccettature della guerra. Ora è sotto agli occhi di tutti il reale volto delle attività militari, basti vedere in Afghanistan, in Iraq, ecc. Non risolvono nulla! Accentuano le contraddizioni, alimentano il terrorismo, il mercato delle armi e soprattutto fanno strage di innocenti.

Negli anni passati, in alcune zone depresse, la apertura di una caserma, di un porto o di un aeroporto militare poteva essere venduta come occasione di sviluppo, ma qui da noi di che sviluppo vogliamo parlare? Vicenza ha bisogno di altre forme di progresso legate alla ricerca, alla tecnologia, alla formazione, all'integrazione sociale, alla valorizzazione del proprio territorio, per non parlare delle necessità materiali come la pianificazione di infrastrutture al servizio dei cittadini (si pensi ad esempio al sistema fognario ormai al collasso).

C'è anche una questione di dignità nazionale.

Il popolo americano è un grande popolo, ma nelle relazioni con l'apparato militare Usa la nostra dignità nazionale ha subito in questi anni delle pesanti offese.

Non possiamo dimenticare la strage del Cermis con la morte di oltre 20 persone: i piloti dell'aereo militare Usa, colpevoli di una manovra contro ogni regolamento (hanno tranciato i cavi della teleferica volando a quote vietate), non sono stati puniti, nonostante la Magistratura e il Governo Italiano avessero avanzato richiesta di estradizione.

Non possiamo dimenticare l'uccisione da parte di militari Usa del dott. Calipari, il quale in veste di rappresentante del Governo Italiano era in Iraq per liberare la giornalista Giuliana Sgrena. Le autorità Statunitensi hanno chiuso l'indagine dichiarando di essersi trattato di un incidente.

Tali atteggiamenti non meritano il tappeto rosso che i nostri Amministratori vogliono stendere per nuovi insediamenti militari Usa nella nostra città.

Per tutte le ragioni suddette, è importante che cresca la coscienza civile e la responsabilità sociale di noi vicentini.

Occorre far sentire che i nostri interessi sono altri rispetto a quelli militari.

Dobbiamo far capire ai nostri amministratori, evidentemente protesi a assecondare degli interessi militari stranieri rispetto a quelli dei cittadini, che vogliamo un altro sviluppo: uno sviluppo legato prima di tutto ad un futuro di Pace, di innovazione e progresso.

Chiediamo a tutti i nostri soci e simpatizzanti di mobilitarsi scrivendo e inviandoci la loro opinione in merito, sottoscrivendo petizioni, organizzando forme pacifiche di testimonianza e soprattutto facendosi portatori delle richieste, delle necessità che sono inevase in questa città, perché non sia solo una giusta forma di protesta ma anche una grande manifestazione di responsabilità ed affetto per la nostra terra.

Vicenza 8/06/2006

Il Consiglio direttivo di Asoc

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